Pensieri su "Cuore di foglia, radici di pietra" di Giuditta Ross
L’Alberopietra è risorto a nuova vita. Il sangue di Nairnering Cuordifoglia sparso sulle sue radici, credute ormai aride, ha ridato speranza a un intero regno. Finalmente Mojheardean può sedere sul Trono di Pietra e risollevare le sorti del suo popolo e, forse, delle intere stirpi fatate. Nair sa bene che non sarà sufficiente: non per la pace, né per lenire il tormento della sua anima nera. La corte di Pietrabuia non è un posto sicuro e lui ha fatto una promessa: farà qualunque cosa pur di risanare il suo debito.
Mojheardean ha lottato nell’ombra per tutta la sua vita. Ha combattuto, celando i propri intenti, contro la sua stessa stirpe maledetta dalla follia. Ha subito indicibili torture e ha giocato con astuzia ogni arma a disposizione per occupare la scomoda seduta del Trono di Pietra. Un’esistenza votata al riscatto per la sua gente, per un popolo che aveva smesso di sperare. Tra le insidie di una corte in bilico sull’orlo di un cambiamento epocale, Mo sa che quello non è che l’inizio e che mantenere saldo il regno richiederà un sacrificio ancora più grande.
Il suo pensiero, però, non fa che tornare a colui che ha salvato tutti loro, e si trova combattuto tra il desiderio di cedergli ogni cosa e il terrore di farlo.
Mojheardean ha lottato nell’ombra per tutta la sua vita. Ha combattuto, celando i propri intenti, contro la sua stessa stirpe maledetta dalla follia. Ha subito indicibili torture e ha giocato con astuzia ogni arma a disposizione per occupare la scomoda seduta del Trono di Pietra. Un’esistenza votata al riscatto per la sua gente, per un popolo che aveva smesso di sperare. Tra le insidie di una corte in bilico sull’orlo di un cambiamento epocale, Mo sa che quello non è che l’inizio e che mantenere saldo il regno richiederà un sacrificio ancora più grande.
Il suo pensiero, però, non fa che tornare a colui che ha salvato tutti loro, e si trova combattuto tra il desiderio di cedergli ogni cosa e il terrore di farlo.
Ma lasciare avvizzire il proprio cuore potrebbe essere un prezzo che non è disposto a pagare.
Titolo: Cuore di foglia, radici di pietra
Serie: Gli eredi della foglia #2
Autore: Giuditta Ross
Genere: fantasy contemporaneo
Lunghezza: 348 pagine
Isbn ebook: 978-88-9312-492-8
Data di pubblicazione: 26 Marzo 2019
Collana: Rainbow
Sinossi: Prezzo: € 5,99
Titolo: Cuore di foglia, radici di pietra
Serie: Gli eredi della foglia #2
Autore: Giuditta Ross
Genere: fantasy contemporaneo
Lunghezza: 348 pagine
Isbn ebook: 978-88-9312-492-8
Data di pubblicazione: 26 Marzo 2019
Collana: Rainbow
Sinossi: Prezzo: € 5,99
Nair sentì le sue stesse lacrime bagnargli le guance, le labbra. A lungo si era punito. A lungo era stato lontano da radici e foglie, e il suo cuore era appassito a poco a poco.
Non poteva meritare un dono tanto immenso eppure, ogni volta, la vita sorgeva per lui, attorno a lui: gravida, deflagrava in mille profumi, con colori e bellezza sconfinati.
Nairnering abbandonò il capo sul tronco scabro, riccioli di felci gli solleticarono il collo, le spalle, le braccia. Il suo corpo ardeva di desiderio, la sua mente era incredibilmente sgombra, come uno spazio aperto, nessun pensiero che facesse male, nessun ricordo oscuro, solo eternità e splendore accecante.
In quel momento di rara perfezione tutto poteva essere vero, anche avvertire su di sé mani a lungo agognate, anche sentire il sapore di una bocca dolce come il più puro dei mieli. Anche semplicemente abbandonarsi alla gioia di essere vivo.
Personalmente capisco se un libro mi è piaciuto dal numero di citazioni che mi sono segnata durante la lettura. Per questo libro sono state molte, a decine.
E la spiegazione è semplice: una bellissima scrittura. Suggestiva. Intensa. Elegante.
A tratti così ipnotica e coinvolgente da farti sentire sotto un incantesimo.
Preciso che non avevo letto il primo volume e mi sono decisa per questo grazie alla cover da applauso. Ecco, già la cover per me anticipa le atmosfere e la magia intrinseca alla storia contenuta.
Quel volto giovane, eppure triste, consapevole di troppi pesi, ti introduce da subito in un regno, quello di Pietrabuia, appena uscito da un periodo di sofferenza e oblio, e che lentamente tornando alla vita e alla normalità.
Il nuovo sovrano è ancora confuso, ma al contempo consapevole delle sfide che lo attendono.
Ho trovato ben delineato Mo nelle sue sfaccettature di "buono" che deve però mantenere l'autorità e apprendere in fretta i compromessi della politica, sia agli occhi dei sudditi, sia nel gioco delle alleanze con le famiglie nobiliari, le altre creature, gli altri governanti.
Alice e il suo vampiro-killer sono un valido aiuto, molto divertenti con le loro incursioni romantico-surreali (non li conoscevo, ma l'autrice è abile nel regalare al lettore un breve ripasso delle vicende precedenti per mettersi alla pari).
Ma è il Luminoso che mi ha dato i veri tremori di delizia.
Personaggio potente ma tormentato, in un'aura d'oscurità, eppure dolce, generoso, protettivo.
Nairnering è una creatura che non si dimentica facilmente.
Nel complesso, il romanzo mi è piaciuto in ogni sua parte.
Una storia originale, che delinea almeno tre coppie, attorno cui ruota un universo buono/cattivo, luce/ombra, in cui è stato piacevole immergersi e da cui è stato troppo veloce uscire.
Leggerò sicuramente il seguito.
Quel gioco poteva essere troppo crudele anche per loro.
Intossicante. Il suo profumo gli entrò sottopelle, ancora, scatenando emozioni fortissime sulla scia di ricordi sfuggenti come fumo tra le dita. Mojheardean non avrebbe saputo dire come mai le sue mani fossero sul Luminoso adesso, a scavarsi un accesso tra gli strati di abiti, a graffiare la sua pelle. Era come se si stessero sorreggendo a vicenda, impedendosi di cadere, tenendosi a galla in quel mare insidioso e troppo, davvero troppo profondo.
«Dobbiamo farlo smettere. Devi farlo smettere, Nairnering,» supplicò.
«Non so come fare, mio principe. Non ne sono stato capace neppure quando…»
«È una menzogna,» negò il re di Pietrabuia. Qualora avesse cominciato a credergli, non avrebbe mai trovato la forza per tenerlo lontano. E lui doveva. Doveva.
«Se solo lo fosse davvero. Se solo…» Nair s’interruppe, gli occhi serrati dietro le palpebre come a trattenere il dolore. «Fa male,» gli confessò contro la pelle sottile della tempia. Le sue mani ebbero uno spasmo e il Luminoso inspirò, la bocca dischiusa tra i suoi capelli, per poi espirare con un gemito lieve. Le sue labbra trovarono il punto sensibile sotto l’orecchio di Mo e si fermarono. Sospese, mentre la sua pelle bruciava d’attesa.
«Cosa vuoi? Perché lo fai?» gli chiese allora lui, senza fiato.
Nairnering s’irrigidì, evidentemente incapace di dare una risposta. Sotto le dita di Mojheardean, sotto quella pelle di seta, il suo cuore batteva come un tamburo.
Mo serrò le mani in pugni dolenti, non voleva più sentirlo pulsare contro i palmi e, ciononostante, non riuscì a staccarle da lui. Dal suo calore.
Che fosse mille volte maledetto, era lì che voleva stare.
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