Pensieri e riflessioni su The Giver - Il donatore di Lois Lowry

  • Titolo: The Giver - Il Donatore
  • Autore: Lois Lowry
  • Editore: Giunti Editore 
  • Collana: Y
  • Pagine: 256 
  • ISBN-10: 8809743792
  • ISBN-13: 978-8809743793

Trama: 
Jonas ha dodici anni e vive in un mondo perfetto. Nella sua Comunità non esistono più guerre, differenze sociali o sofferenze. Tutto quello che può causare dolore o disturbo è stato abolito, compresi gli impulsi sessuali, le stagioni e i colori. Le regole da rispettare sono ferree ma tutti i membri della Comunità si adeguano al modello di controllo governativo che non lascia spazio a scelte o profondità emotive, ma neppure a incertezze o rischi. Ogni unità familiare è formata da un uomo e una donna a cui vengono assegnati un figlio maschio e una femmina. Ogni membro della Comunità svolge la professione che gli viene affidata dal Consiglio degli Anziani nella Cerimonia annuale di dicembre. E per Jonas quel momento sta arrivando...


La mia riflessione:
Il libro di cui oggi vi lascio la mia riflessione è un libro che ben si presta ad essere letto in questo periodo di Natale per i sentimenti che trasmette, la magia che ci dona e la delicatezza della penna dell'autrice pur nel trattare argomenti scottanti come la sessualità, l'eutanasia e l'infanticidio.
The Giver, vincitore della Medaglia Newbery nel 1993 e tradotto in trenta paesi. 

Prima di iniziare la lettura già fantasticavo ammirando la copertina di questo romanzo, diventato ormai un classico del nostro tempo: delle farfalle dai molti colori vivaci che si levano in volo dalle mani rugose di un'anziana persona, su uno sfondo color seppia; le prime pagine poi, mi hanno dato subito la conferma che era il libro che mi aspettavo fosse.

Primo capitolo di una trilogia a cui seguono The Gathering Blue (già pubblicato) e Messenger (di prossima pubblicazione nella collana Giunti Y).

La fantasia inizia a correre fin da subito, ma prima di farci addentrare nel romanzo ci viene proposta una splendida prefazione a cura di Tommaso Pincio con un azzeccato accostamento al poeta inglese Samuel T. Coleridge che pose l'interessante questione del "cosa accadrebbe se al momento di riaprire gli occhi, dopo il sonno, dopo aver sognato, ci trovassimo con un fiore in mano?". Probabilmente penseremmo che il Paradiso esiste, ed i nostri sogni sono le manifestazioni di mondi e dimensioni ulteriori...

Romanzo distopico (dove viene presentata una società indesiderabile sotto tutti i punti di vista. Il termine è stato coniato come opposto di utopia ed è soprattutto utilizzato in riferimento alla rappresentazione di una società fittizia, spesso ambientata in un futuro prossimo, nella quale le tendenze sociali sono portate ad estremi apocalittici). 

Jonas, il protagonista del romanzo, vive in una Comunità particolare, dove il suo contributo, come quello degli altri abitanti, consiste nel raccontare la mattina successiva i sogni fatti nella notte. Ma Jonas sogna rare volte e spesso i suoi ricordi sono confusi...

La Comunità è un surrogato terrestre del Paradiso, dove i bisogni di tutti sono equamente soddisfatti, dove non esistono più malattie, non si conosce la guerra, la violenza e la povertà. Dove ad ogni membro viene affidato un compito ben preciso e tutto è regolato da strettissime regole; dove chi sbaglia più di due volte può essere "congedato"; dove sono stati banditi gli "impulsi", cioè i naturali istinti sessuali, repressi sin da bambini e le emozioni e i sentimenti sono cose sconosciute. Tutto è designato, persino le frequentazioni e le amicizie.

Le unità familiari sono composte da due adulti con la funzione di genitori e due figli, un maschietto e una femminuccia, non biologici. Le unioni non sono dettate dal cuore ma bensì accuratamente scelte dal Consiglio degli Anziani per raggiungere la perfezione. I figli sono la prole di un gruppetto di ragazze, chiamate "partorienti" il cui compito è esclusivamente quello di dare alla luce tre figli nell'arco di tre anni, per poi dedicarsi, per il resto della propria vita a pesanti lavori manuali perchè mal viste dalla Comunità.

Una Comunità con l'immagine di ordine e perfezione a cui ogni cittadino deve conformarsi.
Ogni individuo è controllato: si conosce di lui quante volte si sia sbucciato le ginocchia e quante volte si sia schiacciato un dito nella porta.
Una Comunità ordinata, prevedibile e indolore che per raggiungere l'uniformità ha abbandonato e perso tanto.

Tutto è ben scandito dalle varie cerimonie annuali: la cerimonia degli Uno o del nome - dove un bimbo viene dato alla propria unità familiare e contestualmente gli viene affidato un nome; la cerimonia del congedo, dove un individuo ormai anziano e non più utile alla Comunità viene congedato e mandato "Altrove"...; e la cerimonia più importante, quella dove gli Undici diventano Dodici, dove ai ragazzi viene affidato un compito ed un posto preciso nella società.

Proprio con quest'ultima cerimonia Jonas diverrà il nuovo Accoglitore di memorie, colui che riceverà dal Donatore la storia della Comunità, per diventare poi a sua volta un Donatore. Sulle sue spalle e per sè dovrà tenere il peso delle tristi memorie passate e conservare i ricordi, affinchè grazie a questi possa essere la persona saggia da consultare nel caso di decisioni importanti. Quattro requisiti per questo compito: intelligenza, integrità, coraggio, saggezza oltre alla capacità di vedere oltre. 

Così Jonas crescerà tutto di colpo.

Che Jonas fosse speciale lo si capisce fin da subito, proprio perchè non si comporta da automa come gli altri, ma si pone delle domande: "perchè devo curare le pulsioni? Perchè devo curare una cosa piacevole?". E arriva presto alla conclusione che è importante poter scegliere. Ma nella Comunità non è permesso ad alcuno fare scelte per conto proprio.

Jonas prova pena per il Donatore e paura per sè stesso perchè di lì a poco avrebbe dovuto portare da solo il pesante fardello delle memorie: memorie belle, dolci, care, ma anche memorie di guerra, di carestie, di fame, di morte...
Così, Jonas, dopo essersi reso conto della facilità con cui un neobimbo possa essere "congedato", insieme al Donatore decide di escogitare una soluzione alternativa.

Un romanzo delicato, ricco di riflessioni, e che ti tocca dentro.
Come il Donatore inizia pian piano a colorare con le memorie la vita di Jonas, così l'autrice scalda e colora a poco a poco la nostra anima con le sue parole: da un inizio piatto ed incolore, gradualmente riesce a farti affezionare a Jonas ed a Gabriel, ad avvolgerti con il suo racconto, e ad infondere nei nostri cuori quel puro calore originato dall'amore, facendo di questo romanzo un'ottima lettura da fare accanto all'albero di Natale e al tepore di queste feste. 

Voglio anche io regalarvi una memoria trasmessa dal Donatore a Jonas:

"...luci colorate, rosse e verdi e gialle, ammiccare fra i rami di un albero che, stranamente, era dentro la stanza. Su un tavolo, in un candeliere sfavillante, riluceva il soffuso splendore tremulo delle candele. L'aria profumava di cibo e risuonava di risa sommesse. Un cane dal pelo dorato sonnecchiava sul pavimento. A terra c'erano pacchi avvolti in carta dai colori vivaci e legati da nastri scintillanti..."

Un romanzo dolce che scalderà i vostri cuori e farà riflettere. Ottimo e consigliatissimo.

L'adattamento cinematografico di The Giver risulta essere in pre-produzione con David Yates alla regia Dustin Hoffman nei panni del Donatore.


Per questo romanzo 5 quadrifogli:

2 commenti:

  1. ma che bella recensioen! mi avevano parlato molto bene di questo libro e dopo aver letto la tua recensione ho ancora più voglia di leggerlo =)

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  2. Grazie!A breve leggerò il seguito ;)

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