Pensieri su "Rain of shadows and endings" di Melissa K. Roehrich
A Devram, dove la magia degli dei scorre ancora attraverso i loro Discendenti, l'equilibrio è legge. Ogni cinque anni si tiene la Selezione, un rituale antico in cui i giovani Fae vengono assegnati a uno dei sei regni. Ma solo uno sarà scelto come Fonte personale di un Erede: un legame magico, intimo e irrevocabile, che dona potere... e pretende tutto. Tessalyn Ausra non è nessuno. Una Fae invisibile tra i tanti, cresciuta nell'ombra, convinta di non valere abbastanza nemmeno per essere notata. Eppure, nella notte in cui i sei Eredi annunciano le loro scelte, il suo nome riecheggia tra le mura del Pantheon. A pronunciarlo è Theon St. Orcas, Erede del Regno di Arius, figlio della morte, padrone dell'oscurità. E l'unico in grado di piegarla. Trascinata in una corte fatta di segreti, giochi di potere e desideri proibiti, Tessa si ritrova a lottare contro un destino che non ha scelto e un vincolo che la consuma, contro una magia che reclama il suo corpo e contro Theon, che sembra conoscere ogni sua paura e debolezza. Freddo e imperscrutabile, lui è deciso a domarla, ma ogni volta che Tessa crolla, è lì a sorreggerla. Ogni volta che prova a fuggire, è il suo tocco che la richiama indietro. Più il legame tra loro si rafforza, più la linea tra dovere e desiderio si assottiglia. Perché c'è una parte di Theon che non obbedisce al potere, ma solo a lei. Mentre i poteri di Tessa si risvegliano e le verità sugli dei cominciano a riaffiorare, la ragazza dovrà decidere se arrendersi o combattere. Per sé stessa. Per chi ama. Per riscrivere le regole di un mondo che l'ha sempre voluta in ginocchio.
Rain of shadows and endings.
di Melissa K. Roehrich
Editore: Sperling & Kupfer
Pagine 640
Uscita: 23 settembre 2025
Se si vuole scrivere un dark romance che si rispetti, non occorre sempre ispirarsi ai dark romance di successo precedenti.
Finisce che a volte risultano non distinguibili.
Qui abbiamo l'erede (spregiudicato e piuttosto crudele) di un casato, rivale del padre, che intende sfruttare la magia di una creatura fae (semi-schiavi allevati per servire i bisogni dei discendenti degli dei) per andare al potere. Quindi la reclama e cerca di domarla.
Dunque: padre malvagio, vibes lussuriose e decadenti, la preda che fugge e viene inseguita nel bosco con cavallo e mastini... Non suona molto già visto?
A parte la summenzionata scarsa originalità, ho vissuto l’intera trama con immensa frustrazione.
So che alcune lettrici di questo genere ritengono che trasferire nel virtuale emozioni forti e intense può lenire traumi e pressioni personali, ma non riesco a collocarmi in questa percezione: per me vedere una donna umiliata, picchiata e violentata (in effetti, se fai l’amore con l’eroe dopo essere stata segnata da un marchio di assoggettamento magico, non è proprio una scelta libera…) senza uno sfogo di RISCATTO consistente dopo 640 pagine non aiuta la salute mentale e non lenisce nulla.
Personalmente, ho vissuto l'intera storia scocciata e con molto stress: dal "tu mi appartieni", al "mi prenderò tutto di te e ti svuoterò", al "sei destinata a servirmi e nutrirmi" (anche se mi sposerò con un’altra con cui farò figli legittimi).
Poi ce la possiamo anche raccontare che Theon voglia proteggere Tessa (per poterla poi sfruttare per i propri fini) e che si senta impazzire se non le sta vicino (come tutti i Discendenti, visto che è bellissima), e che il suo corpo sia in costante attrazione/adorazione per la sua “bambolina”.
Resta una storia insipida dove il personaggio maschile è appiattito sul ruolo di “quanto sono figo a fare lo sguardo minaccioso e crudele” e trascorre il tempo a emettere ringhi di possesso.
Tessa ci illude di potersi liberare a ogni scena e di conquistare poteri tali da cancellare ogni collare, ma viene sempre ripresa, punita, ridotta a obbedire (nonostante gli scatti ribelli), in una spirale senza fine di annullamento e rassegnazione 😑
Aggiungo che le scene di scontro psicologico sono anche le più passibili; dal punto di vista fantasy, il contesto è poco attraente e confuso.


























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