REVIEW PARTY per la TRILOGIA de LA PRIMA LEGGE di Joe Abercrombie (Libro I): "IL RICHIAMO DELLE SPADE"



LOGEN NOVEDITA È UN GUERRIERO IN FUGA dal Nord di cui è stato il campione idolatrato tanto dai nemici che lo vorrebbero morto come dagli amici che farebbero meglio a crederlo tale. Perché dentro di lui si annida il Sanguinario, un’ombra per cui orrore, fuoco e morte sono un banchetto al quale invitare tutto e tutti. Glokta l’Inquisitore trascina il proprio corpo torturato nei palazzi del potere, investigando su una cospirazione in grado di ribaltare l’ordine costituito. Il giovane Jezal dan Luthar, che forse si accontenterebbe della propria bellezza, sfacciataggine e abilità nella scherma, scoprirà che qualcuno nutre grandi e pericolosi progetti per lui. Il Maggiore West deve lottare contro la propria sorella, l’idiozia delle gerarchie militari, e la costante feroce emicrania. Nelle vene della misteriosa e intrattabile Ferro Maljinn scorre sangue di demone, e una sete di vendetta che minaccia di travolgere un Impero. I loro cammini sono destinati a incrociarsi nella guerra che chiude le sue fauci sull’Unione da Nord a Sud, mentre alle ombre del passato e ai sortilegi si sommano le nuove, devastanti forze dell’oro e della tecnologia. Con questo grandioso affresco, ricco di pathos e umorismo nero, che comprende rovine ciclopiche e bettole, schermaglie politiche e duelli brutali in un cerchio di scudi, mercenari e prostitute, regine e banchieri, Joe Abercrombie ha portato il fantasy verso nuovi confini, capaci di fondere J.R.R. Tolkien e i noir americani, il realismo di G.R.R. Martin e l’ironia citazionista di Tarantino. 

Un pilastro della narrativa fantastica contemporanea, dopo il quale niente è stato più come prima.


LA PRIMA LEGGE. LA TRILOGIA
Collana: Fantastica - Mondadori
ISBN: 9788804719434
1152 pagine
Uscita: 19 novembre 2019



Correva l'anno 2013, quando mi sono approcciata per la prima volta ad Abercrombie e da allora ho letto praticamente tutti i libri pubblicati da noi, dalla trilogia al "Sapore della Vendetta", a "Red Country", sino all'antologia delle "Tredici lame" e l'ulteriore trilogia YA del "Mare Spezzato".

Ma confesso che il mondo della Prima Legge è quello che mi è rimasto più caro, compresi tutti i suoi personaggi, anche se in particolar modo Logen Novedita e Glokta.
Per questo sono stato molto contenta di rileggermi tutta la trilogia in occasione della riedizione con nuova casa editrice.

Per correttezza verso i lettori, dirò che la traduzione è stata pressoché mantenuta rispetto alla prima edizione, fatti salvi aggiustamenti di stili e di termini (uno su tutti: gli uomini del Nord sono diventati i Nordici...). 
Però se ancora non avete mai avuto occasione di leggere quest'autore, consiglio senza dubbio di provare la lettura di questo grande volumone unico.


Questo era inaccettabile per Jezal. 
«Mi rifiuto di lavorare? Ma se sopporto questa tortura tutti i giorni…» 
«Tortura?» chiese bruscamente Glokta. 
Jezal si accorse troppo tardi della sua infelice scelta di parole. 
«Be’» balbettò, «volevo dire…»
 «Io ne so qualcosa, sia della scherma che della tortura. Credimi quando ti dico» e il ghigno grottesco dell’Inquisitore si fece ancora più ampio «che sono due cose molto diverse.»


Ma partiamo dal primo romanzo, il bellissimo "IL RICHIAMO DELLE SPADE", l'opera che per prima ha procurato ad Abercrombie fama e successo.

Indubbiamente è un libro di guerra. Diplomazia, spionaggio, ma soprattutto scontri e preparativi per la gerra in arrivo. Fin dalle prime pagine, il lettore viene catapultato in una serie di molteplici scenari in fermento, dal nord (dove Bethod, vuol muovere guerra all’Unione e da dove il pericolo degli Shanka incombe) al sud (dove il popolo dei Gurkish è in fase i conquista e dove il Profeta e i suoi Mangiatori sfidano le Prime Leggi), fino al centro, al regno chiamato Unione, che si sta sfaldando sotto i colpi di una burocrazia miope e corrotta, in balia dello strapotere di gilde mercantili sempre più avide e corruttrici. 


«Non resta più nulla di me. Che cosa sono?» Si premette una mano sul petto, ma la sentì a stento. «Non ho niente dentro.» 
«Be’, è strano che tu lo dica.» Il vecchio sorrise e alzò gli occhi al cielo stellato. «Proprio adesso che stavo cominciando a scorgere qualcosa da salvare lì dentro.»


Qui si muovono gli uomini e le donne di Abercombie.
E una cosa va detta subito: lui non ama gli eroi senza macchia, mentre predilige invece gli imperfetti, con svariate ombre nel loro passato, nel loro presente e nel loro futuro. Personaggi che vengono pestati, feriti, torturati, sfregiati. E si rialzano. Non più forti di prima, ma zoppicanti, indeboliti, a volte spenti e pieni di rimorsi. Ma si rialzano.

Come vi dicevo, il primo volume è in realtà una grande parte preparazione alla guerra/guerre in arrivo, dove i pezzi vengono disposti sulla scacchiera e gli schieramenti non sono ancora ben definiti.
Mentre le minacce si fanno ogni giorno più vicine, Bayaz (che forse è il primo Mago di cui parlano le leggende o forse un cialtrone che gli assomiglia molto), raccoglie intorno a sé un piccolo gruppo, quasi una strampalata compagnia di tolkieniana memoria, con il capitano Jezal, ricco, bello e viziato, Ferro Maljinn, l’ex-schiava guerriera, e soprattutto Logen Novedita, una formidabile figura di condottiero selvaggio, ricoperto di cicatrici dentro e fuori.

A parte, ma NON in disparte, si muove e prosegue la sua carriera Sand dan Glokta, una volta un ufficiale ammirato (e bellissimo, la stella più luminosa del firmamento) e ora, dopo la caduta, la prigionia e la tortura, un Inquisitore dell'Impero, storpio e distrutto nel corpo, sospinto avanti solo dal rancore e dalla sete di riscatto. So che a molti non piace subito Sand, ma per me resta il personaggio più singolare e meglio delineato dell'intera trilogia, un eroe negativo in crescita, pieno di contraddizioni, cinismo e onesta tristezza.


La serie THE FIRST LAW:
1) The Blade Itself (Il richiamo delle Spade);
2) Before They Are Hanged (Non Prima che siano impiccati);
3) Last Argument of Kings (L’Ultima Ragione dei Re).


«Nove anni. Ma pensate. da quel giorno sul promontorio; voi e io, due vecchi amici che guardavano il fiume più in basso, il ponte e tutti quei Gurkish dall’altra parte. Sembra passata una vita intera, vero? Nove anni. Ricordo come mi imploraste di non scendere laggiù, ma io non volli saperne. Che stolto ero, eh? Credevo di essere la nostra unica speranza, credevo di essere invincibile.» 
«Ci salvaste tutti quel giorno. Tutto l’esercito.» 
«Ah sì? Magnifico. Credo che se fossi morto su quel ponte, adesso ci sarebbero statue con le mie sembianze ovunque. È un vero peccato che sia sopravvissuto.»



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