Pensieri su "LA MAGIA DI UN INCONTRO" di Mary Balogh
Invitato a prendere il tè da Wren Heyden, proprietaria di una tenuta poco distante dalla sua, Alexander Westcott, conte di Riverdale, scopre con stupore di essere l’unico ospite, ed è ancora più stupito quando la giovane gli propone di sposarla.
Titolo: La magia di un incontro
Autrice: Mary Balogh
Editore: Mondadori
Collana: I Romanzi – Classic 1192
Wren è ricca e benché fino a quel momento abbia sempre vissuto come un’eremita a causa di una voglia che le deturpa il volto, ora desidera farsi una famiglia. Alex invece ha ereditato Brambledean Court, ma non ha i mezzi per ristrutturarla.
Non sanno che il destino ha in serbo per loro la più magica delle sorprese…
Autrice: Mary Balogh
Editore: Mondadori
Collana: I Romanzi – Classic 1192
Uscita: Novembre 2019
La serie Westcott
1) QUALCUNO DA AMARE (Someone to Love)
2) LA MAGIA DI UN ABBRACCIO (Someone to Hold)
3) LA MAGIA DI UN INCONTRO (Someone to Wed)
4) Someone to Care, di prossima pubblicazione.
1) QUALCUNO DA AMARE (Someone to Love)
2) LA MAGIA DI UN ABBRACCIO (Someone to Hold)
3) LA MAGIA DI UN INCONTRO (Someone to Wed)
4) Someone to Care, di prossima pubblicazione.
L'impressione iniziale che Wren ebbe di lui, nonostante la puntualità,
fu deludente.
Capì alla prima occhiata che non era la persona giusta per lei.
Era alto, aitante ed elegante, con i capelli scuri, e bello da togliere il fiato.
Mi viene in mente un aggettivo su tutti per definire questa serie di Mary Balogh: edificante.
Tutti, ma proprio tutti, sono buoni, brave persone, tutti vogliono aiutarsi tra loro, fratelli, sorelle, zii e cugini. Insomma è un grande continuo "vogliamoci bene".
Se prima me ne chiedevo il motivo, poi ho visto un post dell'autrice con una foto della sua notevole famiglia e ne ho dedotto che in realtà la Balogh ci crede veramente all'unione di generazioni, al mutuo sostegno. Il che è bellissimo e fa capire ancora una volta come quest'autrice riversi nelle sue storie sentimenti sinceri e un pizzico della sua stessa esperienza (tra le altre cose, il legame romanticissimo che la lega al marito da decenni...).
Dunque, non mi dispiacciono i romanzi sulle belle persone.
Mi piacciono un po' meno le storie edificanti quando sono subito facili.
Questa è la regione per cui questo terzo volume ha rappresentato per me una flessione rispetto al precedente su Camille e il suo pittore.
Qui protagonista è Alex, il conte "per caso", colui che ha ereditato il titolo Riverdale per uno scherzo del destino (dopo che il presunto erede è stato identificato come illegittimo e estromesso da titolo ed averi). Alex ha quasi ricevuto con fastidio questa fortuna inaspettata, il suo più grande cruccio è che i possedimenti sono in rovina e i suoi neo-dipendenti sono in ristrettezze. Sostanzialmente è uno che pensa alla sua gente prima che a se stesso. Già così diciamo che partiva parecchio avvantaggiato.
Ma lui è anche bellissimo, alto, slanciato, l'uomo dei sogni.
E vabbè.
A questo punto la Balogh inserisce la prova del fuoco della bontà: gli affianca un'ereditiera (sottolineo, ricchissima) che però vive da eremita causa difetto fisico (una voglia deturpante sul viso, mentre il resto del corpo è "da statua").
Lei gli propone l'incredibile scambio: io ti do i soldi e tu diventi il padre dei miei figli.
Niente di che, diciamolo. Praticamente il 90% dei matrimoni nobiliari si basavano su questi scambi e credo che l'80% delle gentildonne non potesse contare su cure dentarie o estetista, per cui presumo che quasi tutte avessero denti storti o acne o altri orpelli fisici che potrebbero essere giudicati da noi moderni "difficoltosi per relazionarsi".
Ma qui l'accettazione del difetto è trasformata come un'ulteriore prova della santità di Alex, tipo l'abbraccio al lebbroso.
Insomma.
Confesso che mi sarebbe piaciuto molto di più approfondire la figura di Wren come donna atipica e imprenditrice (invece, a parte il ribadire di continuo che è una donna d'affari, non la si vede per nulla all'opera) e non focalizzare il tutto sulla reazione degli altri al suo aspetto.
E, ribadisco, tutto è troppo facile. Si vedono tre volte ed è amore. E la famiglia è un grande fragrante abbraccio che appiana ogni problema in modo meccanico.
Camille e il suo pittore selvatico erano, per dire, più spontanei. Gli stessi Balogh si sono sudati assai di più le loro storie d'amore. Questi Wescott sono così perfettini.
Nessun commento: