Pensieri su “Una vertigine chiamata amore” di Mariangela Camocardi

Settembre 1848. 
Irriverente, sensuale, irriducibile rubacuori, Kilian von Metz è un nobile che collabora con i servizi segreti austriaci. Diretto a Milano, appena riconquistata da Radetzky, Kilian s’imbatte in una locanda nell’affascinante e misteriosa Costanza, che lo implora di aiutarla a fuggire dal crudele marito. 

Un’esca davvero irresistibile per un gentiluomo come lui, che lo trascinerà però in un gorgo di insidie mortali e rischierà di compromettere per sempre la sua promessa d’amore con Christine Thun, la donna che gli ha rubato l’anima…


UNA VERTIGINE CHIAMATA AMORE è l’ultimo, avvincente romanzo di Mariangela Camocardi.
Potete trovare il booktrailer di UNA VERTIGINE CHIAMATA AMORE al link indicato qui di seguito, insieme ad una lettera di introduzione dell’autrice:
http://blog.librimondadori.it/blogs/iromanzi/2019/04/26/mariangela-camocardi-presenta-una-vertigine-chiamata-amore-con-booktrailer/


Titolo: Una vertigine chiamata amore
Autore: Mariangela Camocardi
Editore: Mondadori
Collana: I Romanzi – Classic 1184
Uscita: maggio 2019



Posso tranquillamente confessare che i moti risorgimentali non erano il mio periodo storico preferito a scuola, e che per il 1848 e dintorni (giornate di Milano, ecc.) ho nutrito profonda antipatia per l'intero ciclo scolastico. Quindi già questo può avere influenzato la mia lettura. 
In più, di certo non ha aiutato vedere la storia dal "fronte" austriaco, con gli italiani a giocare il ruolo dei doppiogiochisti o dei vendicatori macchinosi. Anche se questo fa di certo onore alla scrittrice per il coraggio di aver scelto di rappresentare personaggi non facili e uomini forti e onorevoli proprio tra i "nemici".

Alla fine, pur avendo gradito il romanzo, stavolta mi sono un po' mancati i personaggi passionali e a tutto tondo della Camocardi.

Direi che si può spaccare il giudizio tra forma e contenuto.
Nulla da eccepire sullo stile e sulla narrazione, sempre perfetti, con descrizioni accurate e dialoghi vivide come se guardassi un film storico. In certi momenti mi pareva di vedere squarci di "Senso" di Luchino Visconti, rivivendone le stesse atmosfere (e anche questo la dice lunga sul mio gusto: pur trovando splendido e da brividi quel film, ho sempre avuto una silenziosa forma di rigetto per l'ambientazione storica).

La trama è risultata invece un po' spiazzante, con Kilian che dovrebbe essere il protagonista principale, che è e rimane un libertino abbastanza antipatico, e paradossalmente lascia tutte le scene di eroismo e simpatia a un altro (Wilhelm).
Ecco, questo è stata un po' la stonatura. Wil ha tutte le caratteristiche per piacermi: è coerente, cavalleresco, generoso, premuroso, ma rimane secondario, anche se è un po' lui a salvare e aggiustare le situazioni. A un certo punto avrei voluto scalzare il nobile Von Metz perfettino e (ammettiamolo) che cade sempre in piedi, in favore di Wil.
Più Wil, meno Kil.

Pure Christine non mi ha lasciato molto: l'ho trovata algida, con poco delle qualità del suo simpatico padre. A parte fare la damina civettuola e poi impersonare la vittima per buona parte del romanzo... il suo ruolo è abbastanza limitato.
Per dire, la Mariuccia in tenerezza e simpatia vince di parecchie distanze.

Quindi, se devo dire una coppia per cui ho provato simpatia istintiva, scelgo loro ad occhi chiusi: Wil e Mariuccia.

Amarilli

2 commenti:

  1. Grazie Silvia Amarilli, lo so che Mariuccia e Wil sono personaggi che rubano il cuore, sappi che sto già lavorando alla trama della loro storia… Ti abbraccio.
    Mariangela Camocardi

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    1. Grazie Mariangela!!! Splendida notizia, mi prenoto già per loro!!

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