Ritornare sul luogo del delitto: il mio pensiero su "9 Novembre" di Coleen Hoover

È il 9 novembre quando, durante un pranzo con il padre, Fallon incontra Ben per la prima volta. È un giorno speciale per lei, non solo perché sta per trasferirsi da Los Angeles a New York, ma anche perché ricorre l’anniversario dell’evento che ha segnato per sempre la sua vita, il terribile incendio che le ha lasciato cicatrici su gran parte del corpo, impedendole di continuare la sua carriera da attrice. 

Contro ogni previsione, la conoscenza tra i due si trasforma subito in qualcosa di più, ma Fallon sta per partire e sembra esserci tempo solo per il rimpianto. Come per strappare al destino quell’inevitabile separazione, Ben le promette allora che scriverà un romanzo su di loro, proponendole di ritrovarsi il 9 novembre di ogni anno, fino a che non ne compiranno ventitré. 

È così che ogni 9 novembre i due protagonisti aggiungono un nuovo capitolo alla loro storia, finché qualcosa non arriva a sconvolgere le loro promesse e a mettere alla prova i loro sentimenti, tra i dubbi di Fallon e le mezze verità di Ben.


Autore: Coleen Hoover
Titolo: 9 Novembre
Editore: Leggereditore
Pagine: 336
Uscita: Ottobre 2016



Premetto che non ho voluto farmi consapevolmente del male, non arrivo a tanto: infatti, dopo aver letto due libri della Hoover vari anni fa, dissi "mai più" e stavo tenendo duro - davvero, senza questi grandi rimorsi - ma per causa di forza maggiore (complice una reading challenge con obiettivi obbligatori)  mi sono autocostretta a ritornare sul luogo del delitto, pensando: non si sa mai, stai a vedere che... magari...

E invece: TAC... tre libri e sempre la stessa fastidiosa sensazione.

** ATTENZIONE: possibili SPOILER **

Quest'autrice non riesce a creare una trama senza prima sedersi a tavolino a fare una lista delle disgrazie che devono colpire i suoi eroi lungo il libro. 
Ma non basta che siano sfighe banali, che so: lei è brutta, porta l'apparecchio, è senza tette? (no, le tette è chiedere troppo: la protagonista di questi romanzi potrà essere senza una gamba, acidiosa, con i denti storti, ma avrà sempre un seno da urlo, altrimenti il maschio americano non accende le sinapsi...). Ecco, la nostra si è ustionata (ma volendo fare l'attrice, quindi mettendo in pericolo il suo Sogno), a casa del babbo separato, invidioso del suo successo ed egoista... che si era completamente dimenticato di lei che dormiva dentro... Già in questo c'è voluto un certo sforzo, ma poi seguono innumerevoli amene disgrazie familiari.

Se però un lettore poteva pensare che tutto ciò potesse rendere più maturi i protagonisti, facendoli ricredere nell'importanza di stare insieme e uniti... errore. I due concepiscono una specie di gioco/scommessa/nonsochefarenellavita che è talmente assurdo da richiedere una totale #sospensione della credibilità/coerenza... 
Infatti 'sta Fallon ha pure il coraggio di rimanerci male perché il nostro uomo americano, tra un anno e l'altro, guarda i seni delle altre... * ____________ * 
L'intero romanzo è lento, con colpi di scena esasperanti, con una lotta tra i protagonisti a chi riesce a colpire di più per il pietismo e l'autocommiserazione. Sorvolo sulle scene d'amore tra i due, dove la prima volta viene trasformata in un "ho l'aereo, ma visto che ci sei... facciamolo".
Non è proprio il mio genere e mi sono trascinata dieci giorni a finirlo.

Sul finale, poi, volevo dare il 3 stelle della sufficienza (per una volta), però poi ho iniziato a leggere i brani del romanzo di Ben... che è praticamente un piccolo Hoover maschio neoscrittore... [vi riassumo in breve TUTTE le disgrazie della mia vita].
Risultato: al quarto libro che mi ritroverò davanti prometto di passare, e sarà definitivo.

Amarilli

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