Pensieri su "Cani e lupi" di TA Moore

Il mondo non finisce con uno schianto, ma con un diluvio. I tornado invadono il cuore di Londra, New York soffoca sotto un’ondata di calore che fa sciogliere persino l’asfalto, mentre la Russia congela sotto uno spesso strato di permafrost. 
All’inizio le persone si uniscono, paracadutando aiuti dal cielo e facendo evacuare la popolazione, ma il clima non fa che peggiorare.


A Durham, il mite professore universitario Danny Fennick si prepara ad affrontare la tempesta. È cresciuto nelle Highlands scozzesi, perciò ha già vissuto inverni rigidi in passato. Inoltre, ha un vantaggio. È un lupo mutaforma. O, per essere precisi, un cane mutaforma. Meno impressionante, ma sempre utile.

Tuttavia gli altri lupi mutaforma non credono che quello sia un inverno qualsiasi e stanno attraversando il Vallo per marcare il loro nuovo territorio. Tra loro ci sono l’ex di Danny, Jack, Principe Ereditario del branco del Numitor, inseguito dal fratello che vuole ucciderlo.

L’inverno dei lupi non è bianco. 
È rosso come il sangue.


Titolo: Cani e lupi
Autore: TA Moore
Copertina: Anne Cain
Traduzione di: Victor Millais
Data di uscita: 26 febbraio 2019
Genere: urban fantasy, MM
Pagine: 202
ISBN-13: 978-1-64405-234-1
Edizione originale: Dog Days, 9 settembre 2016






L’inverno era calato come un martello. Il freddo aveva il sapore di aghi, e il vento annodava la neve tra i capelli di Jack. Lo spingeva come una mano, cercando di costringerlo a risalire la collina. Nessuno ricordava un inverno più rigido, anche se la sua famiglia aveva la memoria lunga, e il calendario segnava solo settembre. Un tempo strano. Un tempo selvaggio.


Questa lettura è stata una mezza delusione.

Forse, se non avessi avuto grandi aspettative, il mio giudizio sarebbe stato diverso, ma il precedente libro di TA Moore mi era piaciuto parecchio, adoro il fantasy in quasi ogni salsa, e quando ho visto mutaforma è stato un automatico "venite a me".

In effetti, le premesse di partenza erano non solo buone, ma pazzesche: un mondo dove il regno dei lupi è stato separato dagli uomini già all'epoca dei Romani, con un confine invisibile segnato dal Vallo; due principi ereditari in attesa di succedere, uno dei quali ha avuto in passato un amante cane mutaforma (che sono una specie di mutaforma di serie B); un disastro ambientale che si sta per abbattere sul mondo, portando anche il pericolo di un venir meno della barriera che teneva i lupi a freno.

Purtroppo tutti questi ricchi e splendidi elementi vengono scaricati tutti insieme, senza una degna introduzione, nella trama, costringendo il lettore a orientarsi in un guazzabuglio di informazioni disparate, che tengono in confusione e impediscono di godersi la lettura.
Il disastro ambientale, ad esempio: io lo sapevo dalla sinossi, ma cavolo, veramente vengono spese dieci righe di spiegazione. Perché è successo, si può fermare, ha qualche nesso sui personaggi?
Tutto è lasciato abbastanza in sospeso, forse per dei seguiti, ma - insomma - qualche nozione in più avrebbe fatto comodo.

E poi la storia in sé è molto limitata. 
Poteva avere un respiro più ampio, spostarsi da questo paesino abbandonato. 
Invece c'è una lentissima parte iniziale-centrale, con un indulgere agli effetti splatter, dove non accade quasi niente e ci si annoia qualcosina.

Comprendo poi che si volesse dare l'idea di un POV canino/lupesco (quando i protagonisti si trasformano), insistendo sugli odori, sulle sensazioni a quattro zampe e su una certa attrazione sessuale "bestiale" con aggressione/sottomissione, pruriti e tensioni varie alle stesse parti, ma alla venticinquesima volta che viene ripetuto il termine "testicoli", veramente... altro che ghiaccio, il mondo sembra sorgere e finire lì.

Sorvolo sul finale, che poteva essere epico, ma è una cosa "confusa" e splatter come il resto.
In conclusione, è uno di quei casi in cui ci si riserva la sostanza per il seguito e si finisce per non ingolosire abbastanza.

Amarilli

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