Pensieri su "L'ALBERO DEI DESIDERI" di Linda Kent

Grant Cameron, direttore della Selby Overseas di Calcutta, è un uomo di successo, stimato da tutti e corteggiato dalle lady inglesi, ma non dimentica il passato che dalla Scozia lo ha condotto in India, né la gratitudine che lo lega a lord Selby. 

Pertanto, non può rifiutare l’incarico di vegliare sulla giovane figlia dell’amico, anche se i sentimenti che la bellissima Sashi gli suscita nel cuore sono profondi e intensi. Audace, sensibile e intelligente, Sashi rappresenta il suo sogno proibito, conteso da un rivale affascinante e dalla magica atmosfera indiana che circonda la ragazza, rendendola semplicemente irresistibile. 

Un sogno al quale Grant non è più disposto a rinunciare, neanche a costo della vita.

L’ALBERO DEI DESIDERI è il nuovo, avvincente romanzo di Linda Kent.
Le vicende del romanzo sono collegate a quelle narrate in GELSOMINO INDIANO, già pubblicato ne I Romanzi Classic – nr. 1161.

Titolo: L’albero dei desideri
Autore: Linda Kent
Editore: Mondadori
Collana: I Romanzi – Classic 1178
Uscita: Gennaio 2019




Grant sapeva di essersi comportato nel modo migliore, la razionalità esultava per la vittoria riportata sui sensi. Il cuore, tuttavia... Ah, il cuore non intendeva ragioni, e gli pesava in petto come un macigno. 
Seguì la figurina elegante, ma non osò affiancarla. E anche se non riusciva a spiegarsene il motivo, aveva la sensazione di avere commesso un errore. 
Forse il più grande della sua vita. 


Confesso un mio limite personale: non mi sono mai sentita molto attratta dall’India, come desiderio di visitarla. Qualche anno fa, peraltro, ho letto un contemporaneo ambientato proprio a Calcutta e mi è passata del tutto la voglia di andarci. 
Ci sono paesi che mi chiamano, ma l’India non è tra questi.

So però apprezzare un romanzo quando riesce a trasportarmi in atmosfere esotiche, riuscendo a farmi apprezzare appieno personaggi e trama con estrema naturalezza e senza farmene quasi accorgere. 

Linda Kant riesce sempre a donarti questo: belle storie, belle vicende, ma con quel pizzico giusto di originalità che ti intriga e ti appassiona, facendoti percepire tutto, dall'umidità del clima, al paesaggio di una Calcutta d'epoca coloniale, con un indizio di quello che potevano essere gli odori, i sapori, le visioni dei bramini in riva al fiume, i suoni degli animali, le differenze e le barriere tra la classe bianca e la popolazione locale. 

Sashi è un’eroina diversa che si fa amare, perché pur trovandosi a metà tra due culture, ne assimila il meglio, potendo essere dolce e leale quando serve, intraprendente e piena di iniziativa quando prevale il lato più femminista/occidentale.
Grant è stato una scoperta: per quanto all’inizio lo trovassi un po’ rigido (a beneficio del ben più avvenente concorrente indiano), poi si è trasformato, svelando tutte le sue qualità di uomo attento e devoto, ma anche temerario nelle circostanze avverse. Un vero eroe d’altri tempi, insomma: quindi perfetto.
In conclusione una storia “indiana” che mi è piaciuta molto, nonostante le atmosfere esotiche, proprio per la bellezza della storia in sé.


Il principe indossava uno sherwani rosso cupo che s'intonava alla perfezione con il rubino grande come un uovo sulla piuma bianca del suo turbante. Ma, gioiello a parte, si comportava come un lord inglese; misurato, impassibile, appena annoiato, ma con eleganza.

Amarilli




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