Pensieri su "RED KNIGHT. IL CAVALIERE ROSSO" di Miles Cameron

Si sa che ventotto fiorini al mese sono un grosso prezzo da pagare per assoldare un uomo che ti difenda dalle creature selvagge. La stessa cifra, però, non è lontanamente sufficiente se la creatura da cui bisogna proteggersi è una feroce Viverna: un mostro alato le cui fauci sono il terrore di ogni cavaliere. 
Lottare contro questi esseri non è una sfida da tutti. Servono un lungo allenamento, l'età giusta e una buona dose di fortuna. 

Il Cavaliere rosso possiede tutti questi requisiti; è giovane e desideroso di trarre fama e profitto da eroiche avventure. Per questo, quando lui e la sua compagnia vengono assoldati dalla Madre badessa per difendere un monastero tormentato da una spietata creatura alata, non si lascia sfuggire l'occasione. 

Il monastero è un luogo ricco e la missione non sembra, tutto sommato, inaffrontabile. 
Ben presto, però, il Cavaliere rosso si renderà conto di aver condotto i suoi uomini in un'avventura non meno pericolosa e sanguinaria di una guerra.


Titolo: Red Knight. Il Cavaliere rosso
Serie: The Traitor Son Cycle #1
Autore: Miles Cameron
Editore: Fanucci
Genere: epic fantasy
A cura di: A. Angelini
Data di Pubblicazione: luglio 2017
EAN: 9788834730270
ISBN: 8834730275
Pagine: 788



Rise da solo per aver storpiato una citazione dalle Scritture. «Non siamo noi a creare la violenza. Cerchiamo di affrontarla quando ci si para davanti.» 
«Anche il diavolo sa citare le Scritture» fece la donna. 

«Senza dubbio ha avuto anche un ruolo nello scriverle» ribatté il capitano.

Ho tenuto questo ebook per qualche mese in attesa e mi sono finalmente decisa a leggerlo, dopo aver adocchiato in giro vari pareri (abbastanza constrastanti).

In realtà anche il mio pensiero a caldo è abbastanza contrastante, perchè non sono davvero riuscita a farmelo piacere del tutto. 
Per carità, mi è già capitato in passato con altri primi libri di una serie. Mi sono trovata disorientata e ci ho messo un po' a carburare, però poi ho proseguito con entusiasmo. Qui invece - se devo essere sincera - arrivare al termine di queste quasi 800 pagine è stato faticoso (e io sono una che ha un ritmo da panzer se mi ci metto...). Insomma, se uscisse il secondo volume, forse non sarei tra i primi a metterlo nel carrello.

Detto questo, vorrei riflettere con calma sui motivi della mia perplessità.
Prima gli aspetti positivi.
In primo luogo, riconosco che Cameron ha senza dubbio creato un grandioso universo epico, dove una società pseudo-medievale si scontra con un'entità, la Foresta, popolata da esseri mitologici, demoni e divinità varie. Gli umani, come dicevo, sono divisi in classi sociali, dai nobili ai cavalieri, sino ai bovari e agli schiavi, con ordini religiosi (preti e suore). C'è un grande uso della magia (ad esempio, si da per scontato che esista il mago di corte), anche se poi in alcuni punti le suore che praticano arti magiche vengono accusate di stregoneria e relazioni col demonio. Quindi è un po' contradditoria l'accoglienza di questo elemento nella società.
In secondo luogo, di certo Cameron fa grande uso di armi e tecniche d'assalto medievali, si è impratichito nell'arte della guerra e nelle strutture delle fortificazioni. In questo riesce ad essere piuttosto scenografico e suggestivo (per quanto se uno si fa un giretto sulle pagine di Wikipedia dedicate al medioevo ci ritrova un po' tutto...).
Senza dubbio, il punto di forza di questo libro sono le scene di guerra e di azione. Gli assalti sono continui, le battaglie pure, e l'autore le narra con abilità. 
So che, da brava ragazza, dovrei storcere il naso a troppo sangue e sbudellamenti, ma a me piacciono i fantasy carichi di guerre e sfide, e sotto questo aspetto non posso che promuovere il libro (questa è anche la ragione del mio voto in termini di stelline).


Michael scosse la testa. «Non è stata colpa vostra» disse Michael. 
«Sì, lo è stata» rispose il capitano. «Non me ne faccio un fardello morale. Non li ho uccisi io. Ma avrei potuto salvarli se quella sera non mi fossi lasciato distrarre. E salvare la gente è il mio compito.» Si alzò in piedi e raccolse il bastone del comando. «È bene che tu sappia questa cosa: se vuoi essere un buon capitano, devi essere in grado di guardare in faccia la realtà. 
Sono stato io a fottere le loro vite. 
Non cadrò a pezzi per questo, ma nemmeno lo dimenticherò. È il mio lavoro. Chiaro?» 


Michael annuì e deglutì. 

Il capitano fece una smorfia. «Eccellente. E qui finisce la lezione sulla vittoria.»


Veniamo invece alle ragioni della mia lettura "faticosa".
Cameron usa un POV frammentato per narrare gli avvenimenti.
Di certo, raccontare le storie di venti/trenta personaggi diversi permette al lettore di seguire lo snodarsi delle vicende da innumerevoli punti di vista, però spacca anche la concentrazione, e, per quel che mi riguarda, l'interesse. Ci sono stati personaggi che risultavano irrilevanti e di cui non mi fregava nulla, e che hanno avuto quasi lo stesso spazio del Cavaliere Rosso, mentre ci sono stati personaggi (tipo Sauce) su cui avrei voluto approfondire e che sono stati invece lasciati nell'ombra.
Non so se Cameron volesse delineare una demarcazione tra buoni e cattivi, ma di certo in parecchi momenti io ho tifato per la Foresta e i suoi abitanti. 
Anzi, sempre. 
Gli umani sono francamente dei personaggi insulsi o mal riusciti: il re e la regina sembrano degli idioti in calore, i cavalieri degli sciocchi vanesii, le suore dovrebbero decidere che fare nella loro vita. Il Cavaliere Rosso sembrava un tipo a posto, a cui ci si poteva affezionare, ma nei momenti clou, si salva sempre grazie all'aiuto di terzi e alla magia (che agisce in modo strano: non viene utilizzata quando servirebbe, ma soltanto per risolvere i blocchi narrativi, della serie: come lo tiriamo fuori adesso il nostro eroe??). In conclusione, il finale è molto vincere facile, e non mi è parso il massimo.
PERO' è l'inizio della serie, quindi poi potrei essere sbugiardata alla grande...

Da ultimo (visto che tutti hanno detto la loro), due parole sulla resa del libro.
Non mi permetto di puntare l'indice soltanto sulla traduzione, perchè sappiamo che il traduttore non è e non può essere il revisore finale di un libro. In vari punti, soprattutto nella prima parte, si è sentita invece la mancanza di un buon editing: frasi che suonavano male, continue ripetizioni delle stesse parole, "gli" rivolto a personaggi femminili. Non è voler cercare il pelo nell'uovo, però una maggiore cura avrebbe aiutato nella lettura (e migliorato la mia opinione).

In conclusione: buona e ricca la sostanza del libro, meno apprezzabile la forma finale e la tecnica narrativa adottata. 
Ne consiglio la lettura, in ogni caso, perchè resta un fantasy interessante e atipico.

Assorbì molto più che la semplice energia. Assorbì l’ispirazione. 
La guerra non era stata una sua scelta. Era stato un incidente. 
Ma la guerra la doveva fare, anche se aveva bisogno di ricordarsi perché la faceva. La faceva per la Foresta, per tenerla pulita. E, naturalmente, per sé.

Amarilli

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