Intervista a Jessica Ravera

E dopo il mio pensiero sul romanzo "D'amorire" di Jessica Ravera, (potete cliccare QUI per leggerlo), due chiacchiere con lei.

Ciao Jessica, benvenuta sul Blog I miei sogni tra le pagine. Sono felice di poter scambiare quattro chiacchiere con te e di conoscere meglio l'autrice di D'amorire che mi ha letteralmente conquistata. Ti va di presentarti raccontandoci qualcosa di te? 
Ciao Stefania, grazie a voi per avermi accolto qui! Cosa posso dirti… ho trent’anni (come Italo), nella vita inseguo le mie due più grandi passioni: l’insegnamento (dove resterò precaria e mal pagata fino alla fine dei miei giorni) e la scrittura. Sono perennemente ansiosa e paranoica (come Italo) disordinata e umorale. Sono nata a Bressanone, vicino a Bolzano, dove ho vissuto fino ai diciotto anni, poi mi sono trasferita a Milano per frequentare l’università. Dopo la laurea in lingue sono rimasta qui, ma non escludo di spostarmi ancora… 

Ho visto sul tuo sito internet ufficiale che oltre a questo capolavoro hai scritto altri romanzi, libri per ragazzi e per bambini. Qual è l'opera che consiglieresti ad una persona che è rimasta piacevolmente colpita da D'amorire e vorrebbe ancora essere deliziata dalla tua scrittura fluente? Qual è l'opera che più ti è cara tra queste? Quella che ha richiesto più tempo per la stesura? 
Sentire chiamare il mio libro “capolavoro” mi emoziona da matti, mi stai viziando! Comunque i romanzi che più rientrano in quel genere (narrativa contemporanea) sono, anche se molto più acerbi e con qualche imperfezione, ma sempre scorrevoli e diretti: Latte di Ragno e I Papaveri crescono anche sull’asfalto (il mio primo romanzo). Pensato per i ragazzi ma che piace molto anche agli adulti è “Il Bacio del Fuoco” una storia dolceamara ambientata nell’India del passato. Chiedermi quale preferisco fra i miei libri è un po’ come chiedere a una mamma a quale dei suoi figli voglia più bene… però l’opera che mi è più cara (ed è tra l’altro quella che ha richiesto più tempo per la stesura: cinque anni per meno di cento pagine) è il mio primo romanzo. 

Ami molto gli animali, soprattutto il tuo cagnolino. Come è nata la vostra amicizia? 
Li amo da sempre! Ho un passione viscerale per i cani perché trascorrevo le estati nella campagna della Toscana nella fattoria dei miei parenti e i pomeriggi li passavo al fiume a giocare con i tutti cani sgangherati e pulciosissimi che c’erano lì. Logan (il mio cane) l’ho adottato quest’estate, quando il picco degli abbandoni, purtroppo, è altissimo! 

Gemma, la protagonista femminile di D'amorire. Ha qualche analogia, nel carattere o nello stile con te? Anche lei è un'insegnante... 
Gemma sono praticamente io. La sua caratterizzazione è un po’ un ironizzare sui miei difetti più evidenti (come l'assoluta mancanza di gusto estetico, soprattutto nel vestire) e sulle mie passioni, come quelle per le discipline orientali, i prodotti naturali ed ecosostenibili, gli animali e soprattutto il mio lavoro. L’ho creata solo sulla base di ciò che gli altri dicono di me, riuscendo così a non cadere in una sorta di autobiografia. La differenza sostanziale, però, è che Gemma è molto più buona di me! 

Italo. Ho adorato questo personaggio. È vero, reale. Per nulla finto o costruito. Molti uomini potrebbero identificarsi in lui, soprattutto per quanto riguarda i suoi pensieri privati. Perchè questo nome? Ti sei ispirata a qualcuno per delineare questo personaggio? 
Italo è un personaggio che amo molto, proprio perché è un po’ un insieme di tutti gli uomini importanti che hanno fatto parte della mia vita. Inoltre, come la maggior parte dei personaggi dei miei libri, è uno qualunque, uno che sbaglia, ma non in modo eclatante e romanzesco, peggio, sbaglia nel quotidiano, compie errori stupidi e fastidiosi che potrebbe fare ogni persona “normale”. Uso la tua domanda sul perché del nome per rivelare una cosa che non ho mai detto fino a oggi: Gemma e Italo sono i nomi di due miei parenti (il fratello di mio nonno materno e la sorella di mia nonna paterna) che oggi non ci sono più. 

Nathalie. Una ragazza particolare che cresce in fretta. Fantastica. Vuoi dirci qualche curiosità su di lei? Ha trovato il suo vero amore per tutta la vita? 
Nathalie l’ho odiata a morte fin dall’inizio, perché come donna la invidio: bella senza sforzo, simpatica, intelligente e pure più matura di noi trentenni! Fortunatamente scrivendo io il libro, ho potuto vendicarmi un pochino… Mi sono comunque, mio malgrado, ispirata a una persona realmente esistente. Riguardo al vero amore, qui si va sul mio campo minato, ovvero il lieto fine… che non amo particolarmente… 

Leggendo il tuo libro mi sono raffigurata Italo come Raoul Bova. Ci sono andata vicino alla tua idea? Tu sapresti dargli un volto di qualche personaggio famoso? 
Ogni persona che ha letto il libro ha immaginato Italo in modo diverso (tu Raoul Bova, un’ altra Stefano Accorsi, un’altra ancora suo cognato!) nessuno però si è avvicinato a come è nato nella mia mente. Se proprio dovessi trovare qualcuno di famoso cui accostarlo, direi Matteo Viviani delle Iene. 

La domanda che faccio in tutte le mie interviste. Se potessi associare una colonna sonora a D'amorire, quale canzone useresti? 
Mi piace questa domanda! Una su tutte: Sometimes you can’t make it on your own degli U2, il mio gruppo preferito e poiché Italo è un po’ “vecchio dentro” e ascolta più che altro classici degli anni ’80 (come me) le altre canzoni che associo sono quelle citate nel libro: I like Chopin, Gazebo, To France, Mike Oldfield e Smalltown Boy, Bronsky Beat. 

Hai scelto di ambientare la trama a Milano. C'è un motivo particolare? 
Milano è la mia città d’adozione ed essendo venuta qui quando avevo diciotto anni, si può dire che è stata questa città a darmi un’educazione sentimentale. Mi viene spontaneo quindi muovere qui i miei personaggi, anche perché una grande città offre spunti e crocevia di incontri interessanti per un romanzo. 

Solitamente, anche tu come Gemma, ti appunti i pensieri e le sensazioni su un taccuino da usare poi quando stendi la trama dei tuoi libri, o devi cercare un momento preciso e un posto speciale dove concentrarti e dar sfogo alla fantasia scrivendo di getto il romanzo? 
Nella borsetta tengo sempre (insieme al burro cacao e a una penna rossa) un piccolo taccuino colorato su cui appunto frasi o sensazioni che mi colgono all’improvviso (in metropolitana, a scuola, in giro), ma sono solo poche parole, che inserisco nella trama dei miei romanzi. La scrittura per me è un gesto istintivo, quindi non posso mettermi al pc e dire: oggi scrivo! Finirei imbambolata con lo sguardo vitreo nel loop dei demotivational su facebook pochi minuti dopo… È il romanzo che mi chiama!

Hai in previsione altri lavori? 
Ho in lavorazione vari progetti, di cui uno abbastanza grosso e abbastanza imminente! Stay tuned! 

Grazie per il tempo che ci hai dedicato. In attesa di scoprire la tua prossima opera, ti auguriamo un grosso in bocca al lupo! 
Grazie a voi, perché pur non conoscendo me né tantomeno il mio libro, vi siete presi tempo e briga di leggerlo e regalarmi questa recensione!


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