Evento per "LIUMA - IL LEONE DI PIETRA" di Fleur du Mar - recensione e INTERVISTA!

 

Una donna addestrata a usare il corpo per la gloria di Babilonia. Un uomo cui è stato insegnato a mortificare i propri desideri per la grandezza di Hattusa.

Malnigal e Suppiluliuma. La Superba e il Divino, uniti in un matrimonio politico in cui l’unica certezza è che la parola “amore” non esiste, perché l’amore è un lusso che non possono concedersi e che potrebbe avere delle conseguenze imprevedibili.
Il regno di Hatti, dopo anni di invasioni e lotte intestine, trova il solo campione in Suppiluliuma, un re guerriero, considerato da molti il prescelto dagli Dei. Per contrastare le mire espansionistiche del confinante popolo dei Mitanni, che minaccia il suo regno, Suppiluliuma è costretto a stringere un'alleanza con il re di Babilonia, sposandone la figlia.
Malnigal è una donna volitiva, spregiudicata e bellissima, che ha dovuto imparare a usare il proprio corpo e l’astuzia per sopravvivere in un mondo cinico e dominato dagli uomini. Sfruttata dal padre come pedina politica, per la principessa il matrimonio con questo sconosciuto re delle montagne è un insulto, ma gli Dei sono beffardi e giocano con le vite degli uomini.
Malnigal e Suppiluliuma, nonostante il disprezzo che nutrono l’uno per l’altra scopriranno che un fuoco, ben più grande dell’odio e dell’ambizione, brucia le loro anime e la fiducia potrebbe rivelarsi l’unica arma di salvezza in una corte che desidera solo la loro fine.

Liuma - Il leone di pietra
Autrice: Fleur du Mar *
Editore: self
 * ringrazio molto l'autrice per la copia fornita
Pagine:
Genere: romanzo storico - coppie FM e MM
Autoconclusivo, ma primo di una serie
Epoca: 1340 a.c.
Uscita: 24 agosto 2022



Stava per lasciare il suo mondo, la sua gente, le sue abitudini: per cosa? 
Era una merce di scambio, nulla di più. 
Una pedina sull’immenso tavolo da gioco di signori più grandi e potenti di lei.
«Sarai l’unica» fece lui con uno sguardo che non ammetteva repliche. «Perché tu sei unica.»


Premetto che degli Ittiti avevo vaghe reminiscenze scolastiche (popolo indoeuropeo, Asia Minore) e me li ricordavo soprattutto per la loro guerra contro i faraoni egiziani, a un certo punto della storia; quindi immergermi in un romanzo dedicato proprio a loro mi è sembrata un'opportunità da cogliere al volo. 
Peraltro, aggiungo che questo è il primo romanzo di Fleur du Mar che leggo, per cui non sapevo quanto aspettarmi dal suo stile e dal suo approccio storico.

Ebbene, questo romanzo mi è piaciuto moltissimo: l'ho letto in serate di grande afa, quasi immaginandomi sotto il calore bruciante del sole di Babilonia, e in mattinate in alta quota, con un vento fresco in faccia, un po' come quello che deve aver raffreddato Malnigal la Superba, nel suo viaggio matrimoniale verso Hattusa.

Liuma racconta essenzialmente un matrimonio combinato, un'alleanza politica tra il sovrano degli Ittiti, appesantito dalla fama sinistra di usurpatore fratricida e dal pregiudizio di essere un rozzo montanaro, e una principessa babilonese, scaltra e viziata, usata dal padre per sedurre alleati e trovarne di nuovi.
Entrambi vorrebbero fare a meno dell'unione ed entrambi l'accettano soltanto per il loro interesse, che non coincide con quello dell'altro.
Eppure, su queste nozze, storicamente esistite, si pongono le prime basi della nascita di un impero che lascerà la sua traccia tra tanti altri sorti e scomparsi.

Pian piano riusciamo a conoscere Suppiluliuma, non solo attraverso gli occhi astiosi di Malnigal; ne comprendiamo la crescita, le aspettative, le pressioni sulle sue spalle, le scelte che ha dovuto fare contro i nemici e la sua stessa gente. E, man mano che lo conosce il lettore, anche la sua sposa inizia a comprenderlo di più, trovando un punto di contatto, un compromesso per accettare la nuova vita in terra straniera.

Accanto a questa coppia, ne troviamo un'altra, forse più fantasiosa, ma non meno intensa e credibile: se al seguito della nuova regina c'è il fratellastro, Sargon, affascinante e licenzioso, ma anche fisicamente segnato e legato a lei da un rapporto al limite del morboso, al fianco del re c'è il suo più fido generale, Kata, guerriero valoroso e non meno problematico. 
Anche loro riescono a conquistarsi pagine su pagine, offrendoci atmosfere ed emozioni che a me hanno ricordato "Il ragazzo persiano" di Marie Renault.

Fleur du Mar è riuscita a tessere una narrazione di grande respiro, dosando azione e diplomazia, complotti e tradimenti, ambizione e stanchezza di uomini e donne che devono gestire e mantenere il potere; il tutto senza tralasciare ricostruzioni accurate e richiami documentali, che però non sono mai pesanti (piuttosto, seguire la vicenda e scoprire che ci sono indizi e reperti sullo sfondo, ti fa sentire ancora più parte della Storia), e sempre con uno stile pulito, ricco e incisivo.

Credo che questa lettura sarà apprezzata molto da chi ama i romanzi epici e storici, ma non solo. 
Il Divino e la Superba hanno tutte le carte in regola per conquistare tantissimi lettori.


Era sempre stato un uomo solo, le poche persone cui si era affezionato lo avevano lasciato troppo presto e alla fine lui stesso si era convinto che fosse meglio così, almeno non avrebbe provato più la morsa atroce della perdita. Eppure in quel momento, in cui persino gli Dei parevano averlo dimenticato, si rese conto di non voler morire da re. Ci sarebbero state tavole che avrebbero raccontato la sua storia, lo avrebbero raffigurato sulla roccia, così come era avvenuto per i suoi predecessori, ma dell’uomo chi si sarebbe ricordato? 
Chi avrebbe pianto per lui?


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INTERVISTA CON L'AUTRICE


A Ferragosto, ero così esaltata a fine lettura, che non ci ho pensato un attimo a contattare l'autrice per togliermi qualche curiosità.
Spero che le sue risposte siano di utilità anche per voi e siano un ulteriore sprone per leggere il suo romanzo.

Benvenuta, Fleur du Mar, e grazie per aver accettato di rispondere.
Prima di tutto, la domandona che mi è subito sorta all'inizio del libro: tu stessa precisi di aver dedicato anni di studio a Liuma e che il tuo intento è quello di ridare un po' di luce a un sovrano semidimenticato nei libri. 
Ma quale è stata la vera scintilla che ha acceso il tuo interesse per lui?

Ammetto che da autrice di romance sono rimasta colpita fin da subito dalla scelta di Liuma di cacciare la prima moglie e spedirla ai confini del regno, vicino alla città di Troia. Henti gli aveva donato cinque figli maschi, era stata a tutti gli effetti un’ottima moglie e, visto che la poligamia era ammessa, sarebbe potuta restare a corte anche senza essere insignita del titolo onorifico di Tawananna. Invece lui sembra quasi non tollerarne la presenza e questa è stata la prima “stranezza” che ho notato. Sembrava una decisione dettata dal rancore, fatta però da un uomo che apparentemente non si lasciava andare a gesti istintivi. Mi sono chiesta perché avesse optato per un’azione così drastica e che lo porterà a inimicarsi tutti i nobili ittiti e anche i suoi stessi figli. E poi, di contro, quest’uomo apparentemente così spietato, difenderà per il resto della vita una Babilonese che molti additano come una strega e una donna di facili costumi… A questo punto, non so voi, ma la mia curiosità era alle stelle.


Malnigal. Guardando in giro, molto superficialmente, ho visto che è una figura controversa. Gli studiosi sono incerti sul suo stesso nome e sul suo ruolo alla corte degli Ittiti. Ti sei fatta una tua idea, prima di tratteggiare la Superba nel romanzo?


Di Malnigal si sa molto poco, c’è qualche frammento nel testo scritto da Mursili, il figlio minore di Liuma che inizierete a conoscere in questo romanzo e vedrete crescere nei prossimi. Scavando “virtualmente” tra i frammenti ritrovati ad Hattusa, e fortunatamente pubblicati anche online, ho scoperto che questa donna si era circondata (oltre che da un discreto numero di prostitute!) da matematici, astronomi, persone colte provenienti da Babilonia e che contribuirono, sicuramente, ad accrescerne l’aura di strega. Viene narrato che riuscì a predire un’eclissi solare e di certo questo deve aver impressionato non poco la gente dell’epoca. Ciò che, però, mi ha più incuriosito di lei è stato il rendermi conto che lo shock culturale vissuto da questa giovanissima donna di soli tredici anni, (diciassette nel romanzo) doveva essere stato importante e non ha contribuito a creare un buon rapporto col popolo ittita.


Sargon: inutile dire che contende a Liuma la palma del personaggio che più colpisce e ti rimane dentro (almeno per me). Posso chiederti a chi ti sei ispirata (anche senza fare spoiler)?


Sargon doveva essere una figura marginale. Mi serviva una spalla per Malnigal, qualcuno di familiare su cui lei poteva fare affidamento. Non a caso è uno dei pochissimi personaggi inventati del romanzo. Studiando, però, le differenze culturali e sessuali tra Babilonesi e Ittiti sono incappata in un testo che parlava di eunuchi e dei cambiamenti anche comportamentali che questi subiscono a seconda dell’età in cui viene praticata l’evirazione. Ne è venuto fuori un personaggio che amo alla follia e che sono certa vi ruberà un pezzetto di cuore.


Ho visto che gli Ittiti sono stati un popolo ingiustamente ritenuto arretrato dai ricchi popoli mesopotamici. In realtà, erano progrediti e militarmente organizzati. Nei tuoi studi hai trovato altri aspetti meno conosciuti su di loro?


Un aspetto che mi ha lasciato sbalordita e che ho accennato nel romanzo è il loro rapporto con la storia. Mentre Egizi e Babilonesi (e non solo loro) tendevano a raccontare gli avvenimenti autocelebrandosi e spesso stravolgendo la realtà, gli Ittiti non temevano di riportare sulle loro tavolette le sconfitte subite. Erano convinti che avrebbero imparato dagli errori compiuti, perciò raccontavano la realtà dei fatti anche quando andava a loro sfavore. Erano un popolo pudico, pragmatico, ma non rozzo e primitivo come si è creduto fino a qualche tempo fa.


E, infine, una curiosità mia. Rispetto allo scrivere fantasy, mi ha sempre spaventato la narrazione storica, dove devi fare i conti con paletti predeterminati. Qual è il tuo rapporto con la dura e cruda realtà dei fatti: tendi ad attenuare e a prendere licenze, o sei una purista?


È la prima volta che mi cimento in uno storico e ammetto di aver avuto molta paura di commettere qualche leggerezza e di perdere credibilità, prima ancora di acquistarla. So che, a giusta ragione, i lettori dei romanzi storici sono molto esigenti e io non volevo essere da meno, motivo per cui mi sono documentata tantissimo, ho cercato di essere minuziosa e il più possibile fedele ai fatti storici noti. Ho operato delle scelte, come spiego a inizio romanzo, ma sempre sostenute da eventi ricostruiti e ipotizzati in base allo stato attuale delle scoperte e degli studi archeologici. Credo di essere riuscita a far convivere realtà storica e vicende romanzate in modo da rendere Liuma una lettura scorrevole, appassionante e che ridona un po’ di lustro a un popolo ingiustamente dimenticato.

Buona lettura a tutti!


Amarilli



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