Pensieri e riflessioni su MENTRE DORME IL PESCECANE di Milena Agus

Per qualche tempo sarò io a pubblicare i "pensieri e le riflessioni" di Victoria. Abbiamo problemi tecnici con il pc. Dintinguerò le sue parole dalle mie tramite il colore. Io userò il viola e lei l'azzurro.

Anticipo, come avrete già notato dal mio precedente post, che non sempre leggerò e vi presenterò libri attualissimi o appena usciti; spesso vi proporrò anche qualcosa di non molto recente ma che mi è rimasto particolarmente vivo. 
Sicuramente troppo spesso succede che libri meravigliosi ci capitino sotto il naso senza saperlo, come quando passiamo fra gli scaffali delle librerie senza degnarli di uno sguardo.
Purtroppo, come nella vita, il titolo o la copertina (l'apparenza, l'aspetto estetico), non ti stimolano ad andare oltre.
Ma a volte capita fortunatamente, che per strane coincidenze o "geometrie" certi libri ritornino, ripassino per la tua strada o ti cadano addosso mentre pensavi di cercare altro...
"I miei sogni tra le pagine" potrebbe essere un bello stimolo: un bel "ti presento".

Ecco il libro di cui vi parlerò oggi:

Mentre dorme il pescecane

Autore: Milena Agus
Editore: Nottetempo
ISBN-10: 8874520549
ISBN-13: 978-8874520541


Trama: 
La storia di una famiglia, la famiglia Sevilla Mendoza, sarda "sin dal paleolitico superiore", padre, madre, figlio, figlia, zia e nonna. Chi narra è la figlia che ama un uomo sposato dai gusti perversi, ma di amore si parla molto, e si parla molto di sesso, e di morte, e di Dio, di cui non si riesce mai a decidere se c'è o non c'è, se vuole o non vuole, e della vita, che è come stare in bocca a un pescecane, che a volte si addormenta, e allora, se hai fortuna, riesci a sgusciarne fuori.
  
MILENA AGUS: Nata a Genova da genitori sardi, vive a Cagliari dove insegna italiano e storia all’istituto tecnico “Meucci”. Ha ricevuto la menzione speciale al Premio Junturas 2004 con Mal di pietra e la selezione al Campiello 2007. 



Inizio citandovi una frase dell'autrice contenuta nel libro: "Io scrivo storie, perché quando il mondo di qua non mi piace, mi trasferisco nel mio e sto benissimo".
Questa frase calza a pennello a noi amanti della lettura. Personalmente, infatti, io leggo storie, perché quando il mondo di qua non mi piace o mi piace pure, ho comunque la possibilità di "trasferirmi". 
Qualsiasi libro con le sue parole e le sue descrizioni è davvero una catapulta per altri mondi e tempi e abbiamo davvero ampia scelta. Tutto ciò è molto seducente.
Il libro mi è piaciuto, e penso che sempre parlerò di libri che mi sono piaciuti; per tanto i miei giudizi saranno sempre alti.
È un racconto breve e se si ha tempo lo si "beve" d'un fiato; ma come un bicchiere di acqua gelata, anche questo libro ti fa del bene e nel contempo anche del male. Il libro è scritto in modo semplice e scorrevole, a volte sembra infantile anche per il fatto che la protagonista (narratrice) è una giovane ragazza, ma penso che tutto stia a quello che un lettore vuole trovare nel libro. 
Questo breve racconto può essere letto prendendone solo la leggerezza, le spiritosaggini e ancora la morbosità nelle descrizioni dei rapporti sessuali... ma può anche aprire a temi e riflessioni su tematiche profonde quali l'esistenza di Dio e i vortici di solitudini dentro i quali spesso ci si trova ad arrancare, fino anche a toccare la tematica del suicidio. Ripeto, il libro non è impegnativo in sè, ma non mi piace pensare che qualcuno lo possa trovare per questo leggero. Io lo trovo arguto, ci sono brevi frasi che aprono mondi. Il tutto sta a quanto uno vuole scavare tra le righe.
I personaggi nella loro eccentricità, a volte eccessiva, sono tutti da ascoltare; ognuno ha qualcosa da dire su cui riflettere. Alla fine ci si affeziona a tutti, tranne forse all'amante della protagonista (diciamo che l'affetto x la protagonista crea una proporzionale avversione per lui), che tuttavia ha una sua visione del mondo che, a volte ho anche condiviso. 
Mi è piaciuta molto la figura del padre, presente-assente, ma che con la sua filosofia di vita non può passare certo indifferente. Lo si può amare e detestare, nei suoi continui passaggi da apparente disinteresse e cecità verso i bisogni altrui e i momenti di saggezza che lo fanno diventare indispensabile per la famiglia. Insomma lo si ascolta sempre volentieri. 
Si potrebbe affermare che tutti i personaggi siano pazzi, o meglio, ognuno di loro coltiva la pazzia nella sua tragica vita, che fa anche sorridere, sebbene con sorrisi amari.


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