
Alice Law ha sempre avuto un solo obiettivo: diventare una delle menti più brillanti nel campo della magia. Per realizzarlo ha sacrificato molto: l'orgoglio, la salute, l'amore e, soprattutto, la sua salute mentale. Tutto per lavorare a Cambridge con il professor Jacob Grimes, il più grande mago del mondo. Ma poi il professore muore in un incidente magico di cui lei è forse l'unica responsabile. Ora Grimes è all'Inferno e Alice si mette sulle sue tracce: una lettera di referenze di Grimes, infatti, è decisiva per il suo futuro accademico, e neanche la morte potrà costringerla a rinunciare ai propri sogni. Peccato che anche il suo rivale negli studi, Peter Murdoch, abbia avuto la stessa idea. Con i racconti di Orfeo e Dante a far loro da guida, una scorta di gessetti con cui tracciare i pentacoli degli incantesimi, e desiderosi di dare un senso al loro traumatico percorso accademico, Alice e Peter partono alla volta degli Inferi con un'unica missione: salvare un uomo che nemmeno amano. Ma l'Inferno non è come quello raccontato nei libri, la magia non è sempre la risposta a tutti i problemi, e c'è qualcosa nel passato di Alice e Peter che potrebbe trasformarli in alleati perfetti... oppure portarli alla rovina.
Katabasis
Autrice: R. F. Kuang
Editore: Mondadori
Pagine 576
Uscita: 28 ottobre 2025
Alice non poteva dimenticare il momento in cui aveva visto Peter Murdoch per la prima volta. Trimestre autunnale, due anni prima. Sotto il dorato sole d'autunno, Cambridge era al suo massimo splendore. Il vento soffiava fresco e piacevole, le foglie arrossivano appena ed erano per Alice fonte di entusiasmo, perché quel segnale di fine estate significava anche l'inizio di un nuovo anno, nuove lezioni, nuovi professori e nuovi compagni di corso. L'occasione per reinventarsi e diventare la persona che voleva essere.
Quando all'università ho trascorso un anno traducendo i manoscritti di Egidio Romano e dilettandomi tra oscuri (e dimenticati) filosofi tomisti, sillogismi e paradossi logici, e chiedendomi se mai tale nozionismo elitario mi sarebbe stato mai utile, non sapevo che avrei avuto la mia risposta dopo quasi trent'anni: per comprendere meglio, e godersi, Katabasis, ovvio!
In effetti, il paradiso è terra sconosciuta per tutti, ma l'inferno esiste. Per molti, compreso Dante e i protagonisti di questo romanzo, è certamente un luogo infinito popolato da nerd e assomiglia parecchio (almeno in certi gironi) a un enorme campus universitario, con tanto di librerie, ricercatori incatenati a discettare del nulla, maghi oscuri che rubano le anime per accrescere il proprio potere, studiosi suicidi per eccesso di stress accademico, e dottorandi (ancora vivi) che tentano di riportare sulla terra il celebre professore dispotico che li ha abbandonati prima di fornire loro le ambite referenze finali.
Ci si sente soli, all'Inferno.
Ora, non si può certo dire che la Kuang scriva di cose che non sa. A parte la trilogia fantasy (che, peraltro, è la sua opera che mi ha meno impressionato), in Babel e in Katabasis ha riversato tantissimo di suo e di un mondo di cui ha avuto diretta conoscenza, nel bene e nel male.
Dopo Oxford, qui siamo a Cambridge, e dopo storia e linguistica, qui veniamo travolti in un mondo di magia, ma, soprattutto, di filosofia e logica.
Conosciamo Alice e Peter da come appaiono in terra, l'uno attraverso lo sguardo dell'altro, e poi li ri-conosciamo e li reinterpretiamo agli Inferi, quando incomprensioni e segreti vengono a galla. Ed è un inferno irriverente, quello che attraversano, lo specchio di un mondo spocchioso, un bazar di scrittori che cercano stratagemmi per l'ispirazione e che sono in blocco per riuscire a consegnare la tesi sulle loro colpe, o un deserto di anime disilluse, disorientate e prive di ogni speranza, ma anche di spiriti marciti e maligni.
Posso dire che mi sono divertita? Passato il primo terzo, la storia si apre e decolla. E io l'ho apprezzata persino più di Babel.
Peraltro, trovo che tante critiche siano infondate. Lei scrive così, punto. Certo, ci sono disquisizioni dotte e citazioni sottili, però è anche vero che, ogni volta che cita un Paradosso o una tesi celebre, la Kuang fornisce la relativa spiegazione; dunque, non ci si può lamentare sia per il nozionismo, sia per le infodump: se certi concetti sono già un bagaglio del lettore, non è nozionismo; se invece il lettore non li conosce, un minimo di spiegazione è necessaria... io ammetto tranquillamente che mi sono dovuta rispolverare un mondo di idee cadute nell'oblio).
Non si poteva incolpare il sole per la scomparsa delle stelle.
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