Pensieri su "BLOODGUARD" di Cecy Robson



Cento anni. migliaia di gladiatori. E oggi, solo uno sopravvivrà... Nel regno di Arrow tutto è menzogna. Leith di Grey si è recato in questa terra per combattere nell'arena dei gladiatori in tornei cruenti dove solo i più forti sopravvivono, e guadagnare il denaro necessario a salvare la sorella gravemente malata. Pensava di non avere più nulla da perdere. Ma si sbagliava. Aveva ancora speranza, libertà, umanità. E gliele hanno portate via. Gli rimane solo un corpo segnato dalle cicatrici di mille combattimenti, nutrito di rabbia e indurito da anni di lotta per avere il diritto di sopravvivere ancora un giorno. L'incontro con Maeve cambia tutto. Lei è una principessa elfica, e rappresenta tutto ciò che lui disprezza, che dovrebbe odiare. Ma gli offre ciò che più gli serve: una possibilità di guadagnarsi l'ambito titolo di Guardia di Sangue. E con esso la libertà. In un mondo basato su segreti e bugie, però, anche la speranza si paga a caro prezzo. Così come la vendetta...

Titolo: Bloodguard
Autrice: Cecy Robson
Editore: Mondadori
Pagine 589
Uscita: 15 luglio 2025




Oramai questi romanfantasy sono tutti abbastanza somiglianti (pure nella copertina, perché ne avrò una decina con spada e rose...).

Bloodguard (Guardia di Sangue) prometteva bene, ma è risultato essere un minestrone con ingredienti stracotti:
- protagonista una principessa decaduta (chi mai vuole le principesse già sul trono??) che deve riprendersi il regno;
- due papà per lei, così siamo tutti corretti, progressisti e contenti;
- zio (putativo) cattivone e figlio cattivastro (un po' folle) che vuole impalmarla per interesse;
- lei (Maeve) che è una Biancaneve fae, che trascorre il tempo tra animaletti pucciosi e esseri fatati poveri e maltrattati, dispensando cibo e medicine, e vuol farsi salvare da uno schiavo gladiatore;
- sempre lei che, addestrata nelle armi fin dalla tenera età, passa tre quarti di libro ad auto-motivarsi ("io risorgerò", "io sarà regina", "mi riprenderò il mio regno") e finisce pestata di qua e di là, con tempestivi colpi in testa e perfetti svenimenti quando serve a farla uscire di scena;
- comprimari citati unicamente per fare da sfondo e farli morire subito, tanto per creare drammaticità e giustificare la rabbia dell'eroina;
- eroina lagnosa (l'ho detto?) che non riesce a salvarsi da sola.

Cito per ultimo, ma anche come unico elemento salvabile, il GLADIATORE umano: senza tanti poteri però coraggioso e onesto, con i suoi giusti muscoloni e sexy cicatrici, uno che fronteggia mostri, nemici e viene punito per consentire all'eroina di trionfare.
Con bonus di tre scene in cui lui "pompa" in lei come un dannato, con contorno di sudore, gemiti e aura di uomo-mortale-che-non-deve-chiedere-mai (e la speranza di morire nella polvere, ma almeno felice e spompato...).

Queste americanate fantasy stanno diventando (involontariamente) parodie per cui si può solo ridere. Salviamo anche il bestiario dell'arena, in quanto abbastanza originale.

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