Pensieri su "LA SIGNORA DELLE TEMPESTE" di Marion Zimmer Bradley

Un mondo lontano e immerso in un medioevo cupo, magico e misterioso. Dove clan rivali e grandi famiglie feudali combattono per il sapere, la terra e il potere

Chiusi a nord dall'immenso ghiacciaio chiamato Muro intorno al Mondo, a ovest dall'Oceano e a sud dal Deserto, i primi abitanti di Darkover si stabilirono in epoca remota in una zona coperta di foreste.
Dai popoli originari di quei territori ebbero in dono la magia e i talismani che raddoppiavano la loro forza e le loro capacità mentali.

In un’era oscura e dominata dalla tirannide, le popolazioni di Darkover hanno ormai dimenticato le loro origini, e la ricerca di magie sempre più potenti rischia di precipitare nel caos la civiltà di quel mondo sospeso nel tempo. I Sapienti, rinchiusi nelle loro Torri impenetrabili, sviluppano nuove armi e tecniche di combattimento sempre più distruttive. Sotto la loro guida, e con l’aiuto delle pietre matrici, i Nobili cercano di allevare una stirpe di giovani dalle doti straordinarie, come Dorilys, la Signora delle Tempeste, capace di dirigere i fulmini, un potere spaventoso che la ragazza però deve imparare a controllare…



Autore: Marion Zimmer Bradley
Titolo: La signora delle tempeste
Editore: TEA
Uscita: Marzo 2019
Pagine: 396




Da giovane (medie/liceo) ho letto molti libri della Zimmer Bradley, dalle Luci di Atlantide al ciclo arturiano e tanti suoi racconti. Ne conservavo un bel ricordo, perciò quando è riapparsa una nuova ristampa del Ciclo di Darkover, ho deciso di colmare la lacuna, partendo da questo libro.
[Purtroppo con troppo ottimismo ho preso insieme La donna del falco].

Mah. A parte averci impiegato un mese (perché dopo tre pagine mi passava la voglia e passavo ad altro), la storia mi ha scontentato in tutti i modi.
Ora, io avevo un vago ricordo di eroine intrepide e abbastanza proto-femministe... qui invece le donne sono davvero ridotte al rango di giumente da monta, selezionate geneticamente per il loro sangue e il loro potere specifico.
Non contano nulla, sono maltrattate dai mariti e tenute solo fintanto che non assicurino l'erede. E sto parlando delle nobili.
Molto medievale, molto terrestre, in realtà. Magari volevo qualcosa di più fantasioso e meno frustrante per storie ambientate nel futuro e in un altro pianeta.

Avessero almeno una possibilità di riscatto... Macché.
Allart che dovrebbe essere l'eroe "positivo" tratta malissimo Cassandra, pensando unicamente a se stesso; Renata, che dovrebbe essere l'eroina indipendente, si concede solo a uomini sposati (come se fosse chissà che indice di anticonformismo: ciccia, forse devi metterti in fila...); Donal... sorvoliamo...

E poi sembra un puntatone di Beautiful (ma dove tutti si prendono troppo sul serio), con fratelli che vogliono sposare le cognate, patrigni che combinano matrimoni consanguinei per il bene del casato, ermafroditi perseguitati, razzismo e discriminazioni a profusione...

Non mi è piaciuto nulla, proprio. 
In tutto questo incombe uno stile pedante, lentissimo, da fantasy anni '70-80 che proprio non reggo più. Ci sono saghe (vedi Gemmel) che hanno decenni sulle spalle e manco un filo di polvere, questo romanzo suonava "stantio" a ogni pagina.

Amarilli

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